QUANDO L’ORIZZONTE DIVENTA OSCURO
La mancanza di speranza sta generando fra noi dei cambiamenti profondi che non sempre sappiamo capire. Senza che ce ne rendiamo conto scompare dall’orizzonte politico la speranza indirizzata verso la realizzazione di una vita più umana. Si parla sempre meno di programmi di liberazione o di progetti che cerchino più giustizia e solidarietà fra i popoli.
Quando il futuro diventa oscuro, tutti cerchiamo sicurezza: Che nulla cambi, per noi va bene. Basta che nessuno metta a rischio il nostro benessere. Non è il momento di pensare ai grandi ideali di giustizia per tutti, ma di difendere l’ordine e la tranquillità.
Sembra che non sappiamo andare oltre di questa reazione quasi istintiva. Gli esperti ci dicono che i gravi problemi ambientali, il fenomeno del terrorismo disperato o l’insistenza sempre crescente degli affamati che penetrano nelle società del benessere sembra non stiano provocando nessun cambiamento profondo nella vita personale degli individui, eccetto la paura e la ricerca di stabilità. Ciascuno vorrebbe fruire al massimo del suo piccolo benessere.
Senza dubbio, molti di noi sperimentano una strana sensazione di colpa, vergogna e tristezza. Sentiamo anche una sorta di complicità a causa della nostra indifferenza e della nostra incapacità di reagire. In fondo non ne vogliamo sapere nulla di un mondo nuovo, pensiamo soltanto alla nostra sicurezza.
Le fonti cristiane hanno conservato una chiamata di Gesù per i momenti catastrofici: svegliatevi: «Restate qui e vegliate». Che significano oggi queste parole? Svegliarci da una vita che trascorre tranquilla nell’egoismo? Svegliarci dalla leggerezza che sempre ci avvolge e non ci lascia ascoltare la voce della coscienza? Liberarci dall’indifferenza e dalla rassegnazione?
Forse le comunità cristiane non dovrebbero essere dei luoghi privilegiati per vivere svegli, senza chiudere gli occhi, senza scappare dal mondo, senza voler amare Dio voltando la schiena a quelli che soffrono?
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo