PIÙ CHE MAI ABBIAMO BISOGNO DI LORO
Le prime generazioni cristiane si videro molto resto obbligate a porsi una domanda decisiva. Il ritorno di Cristo risorto ritardava più di quanto avessero pensato all’inizio. L’attesa si faceva lunga. Come mantenere viva la speranza? Come non cadere nella frustrazione, nella stanchezza o nello scoraggiamento?
Negli evangeli troviamo diverse esortazioni, parabole e appelli che hanno un solo obiettivo: mantenere viva la responsabilità delle comunità cristiane. Uno degli appelli più noti dice così: «Abbiate la cintura allacciata e le lampade accese». Che senso possono avere queste parole per noi, dopo venti secoli di cristianesimo?
Le due immagini sono molto espressive. Indicano l’atteggiamento che devono avere i domestici che stanno aspettando nella notte il ritorno del loro padrone, per aprirgli la porta di casa quando bussi. Devono stare con «la cintura allacciata», cioè con la tunica rimboccata per potersi muovere e agire agilmente. Devono stare con «le lampade accese» per avere la casa illuminata e mantenersi svegli.
Queste parole di Gesù sono anche oggi un appello a vivere con lucidità e responsabilità, senza cadere nella passività o nel letargo. Nella storia della Chiesa ci sono momenti in cui si fa notte. Ciò nonostante, non è l’ora di spegnere le luci e metterci a dormire. È l’ora di reagire, risvegliare la nostra fede e continuare a camminare verso il futuro, anche in una Chiesa vecchia e stanca.
Uno degli ostacoli più importanti per promuovere la trasformazione di cui oggi ha bisogno la Chiesa è la passività generalizzata dei cristiani. Disgraziatamente durante molti secoli li abbiamo educati soprattutto alla sottomissione e alla passività. Ancora oggi, a volte sembra che non abbiamo bisogno di loro per pensare, progettare e promuovere nuove vie di fedeltà verso Gesù Cristo.
Per questo dobbiamo valorizzare, curare e gradire molto il risvegliarsi di una nuova coscienza in molti laici e laiche che vivono oggi la loro adesione a Cristo e la loro appartenenza alla Chiesa in un modo lucido e responsabile. È, senza dubbio, uno dei frutti più preziosi del Vaticano II, il primo concilio che si è occupato direttamente ed esplicitamente di loro.
Questi credenti possono essere oggi il fermento di parrocchie e comunità rinnovate attorno alla sequela fedele di Gesù. Sono il potenziale più grande del cristianesimo. Ne abbiamo bisogno più che mai per costruire una Chiesa aperta ai problemi del mondo attuale, e vicina agli uomini e alle donne di oggi.
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo