LA LOGICA DI GESÙ
Gesù era già adulto quando Antipa mise in circolazione monete coniate a Tiberiade. Senza dubbio, la monetizzazione era un progresso nello sviluppo della Galilea, ma non poté promuovere una società più giusta ed egualitaria, bensì provocò il contrario.
I ricchi delle città potevano agire meglio nei loro affari: la monetizzazione permetteva di «accumulare» monete d’oro e d’argento che assicuravano loro sicurezza, onore e potere: Perciò questo tesoro veniva chiamato «mammona», soldi che danno sicurezza».
Nel frattempo, i contadini potevano appena ottenere qualche moneta di bronzo o di rame, di poco valore. Non era possibile accumulare mammona in un piccolo paese. Potevano solo sopravvivere scambiando i loro umili prodotti.
Come succede di solito, il progresso dava più potere ai ricchi e infossava un po’ di più i poveri. Così non era possibile accogliere il Regno di Dio e la sua giustizia. Gesù non poteva tacere: «Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro… Non potete servire Dio e la ricchezza (mammona)». Bisogna scegliere. Non c’è alternativa.
La logica di Gesù è schiacciante. Se qualcuno vive prigioniero del denaro, pensando soltanto ad accumulare beni, non può servire quel Dio che vuole una vita più giusta e degna per tutti, cominciando dagli ultimi.
Per essere di Dio non basta fare parte del popolo eletto né dargli culto nel tempio. Bisogna mantenersi libero davanti al denaro e ascoltare la sua chiamata a lavorare per un mondo più umano.
Qualcosa non va nel cristianesimo dei paesi ricchi quando siamo capaci di darci da fare per aumentare il nostro benessere senza sentirci interpellati dal messaggio di Gesù e dalla sofferenza dei poveri del mondo. Qualcosa non va quando pretendiamo di vivere l’impossibile: il culto a Dio e il culto al Benessere.
Qualcosa va male nella Chiesa di Gesù quando, in luogo d’urlare con la nostra parola e la nostra vita che non è possibile la fedeltà a Dio e il culto alla ricchezza, contribuiamo ad addormentare le coscienze sviluppando una religione borghese che ci tranquillizza.
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo