DI FRONTE A UN NUOVO ANNO
Dice il teologo Ladislao Boros in uno dei suoi scritti che uno dei principi cardinali della vita cristiana consiste nel fatto che «Dio comincia sempre di nuovo». Con Lui non c’è nulla di definitivamente perduto. In Lui tutto è inizio e rinnovamento.
Per dirla in maniera semplice, Dio non si lascia scoraggiare dalla nostra mediocrità. La forza rinnovatrice del suo perdono e della sua grazia è più vigorosa dei nostri errori e del nostro peccato. Con Lui, tutto può incominciare di nuovo.
Per questo, è bene cominciare l’anno con volontà di rinnovamento. Ogni anno di vita che ci viene offerto è un tempo aperto a nuove possibilità, un tempo di grazia e di salvezza nel quale siamo invitati a vivere in maniera nuova: Perciò è importante ascoltare le domande che possono sgorgare dal nostro intimo.
Che cosa spero io dal nuovo anno? Sarà un anno dedicato a «fare cose», risolvere affari, accumulare tensione, nervosismo e malumore o sarà un anno in cui imparerò a vivere in maniera più umana?
Che cos’è quello che realmente io voglio quest’anno? A che cosa dedicherò il tempo più prezioso e importante? Sarà, ancora una volta, un anno vuoto, superficiale e rutinario, o un anno in cui amerò la vita con gioia e gratitudine?
Che tempo riserverò al riposo, al silenzio, alla musica, all’orazione, all’incontro con Dio? Alimenterò la mia vita interiore o vivrò in maniera agitata, in costante attività, correndo da un’occupazione all’altra, senza sapere esattamente che voglio né perché vivo?
Che tempo dedicherò a fruire come coppia, alla convivenza gioiosa con i figli? Vivrò fuori dalla mia casa organizzandomi la vita a modo mio o saprò amare con più dedizione e tenerezza i miei?
Con chi mi incontrerò quest’anno? A quali persone mi avvicinerò? Porrò in esse gioia, vita, speranza o contagerò scoraggiamento, tristezza e morte? Dove io passi, la vita sarà più gioiosa e semplice o più dura e penosa?
Vivrò quest’anno preoccupato soltanto del mio piccolo benessere o mi interesserò anche di far felici gli altri? Mi chiuderò nel mio vecchio egoismo di sempre o vivrò in maniera creativa, cercando di fare intorno a me un mondo più umani e abitabile?
Continuerò a vivere di schiena a Dio o sarò capace di credere che è il mio migliore Amico? Rimarrò muto davanti a Lui, senza aprire le mie labbra né il mio cuore o sgorgherà alla fine dal mio interiore un’invocazione umile ma sincera?
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo





