VIVERE DAVANTI AL MISTERO
L’uomo moderno comincia a sperimentare l’insoddisfazione che il vuoto interiore provoca nel suo cuore, la trivialità delle cose quotidiane, la superficialità della nostra società, la mancanza di comunicazione con il Mistero.
Sono molti quelli che, a volte, in maniera vaga e confusa, o in maniera chiara e palpabile, sperimentano una delusione e un disincanto inconfessabile di fronte ad una società che rende le persone anonime, le svuota interiormente e le rende incapaci di aprirsi al Trascendente.
Il percorso dell’umanità si può descrivere facilmente: ha imparato a servirsi con una facilità sempre più evidente dello strumento della sua ragione; ha accumulato un numero sempre più elevato di dati; ha sintetizzato le sue conoscenze scientifiche, sempre più complesse, ha sviluppato science e tecniche sempre più potenti per dominare il mondo e la vita.
Questo camminare appassionante lungo i secoli ha un rischio. Incoscientemente siamo arrivati a credere che la ragione ci possa condurre a una liberazione totale. Non accettiamo più il Mistero, ma il Mistero è presente nel più profondo della nostra esistenza.
L’essere umano vorrebbe conoscere e dominare tutto, ma non può conoscere né dominare né la sua origine né il suo destino ultimo. La cosa più razionale sarebbe riconoscere che siamo avvolti da qualcosa che ci trascende: dobbiamo agire umilmente con un orizzonte di Mistero.
Nel messaggio di Gesù è un invito scandaloso per l’orecchio moderno: non tutto è ragione, l’essere umano deve imparare a vivere davanti al Mistero. E il Mistero ha un nome: Dio, nostro «Padre», che ci accoglie e ci chiama a vivere come dei fratelli.
Forse il nostro problema è che non siamo più capaci di pregare e di dialogare con un Padre. Siamo orfani e non sappiamo trattarci come dei fratelli. Anche oggi, fra nubi e buio, si può sentire una voce che continua a chiamarci: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo