UNA RELIGIONE SENZA DIO
I cristiani della prima e seconda generazione ricordavano Gesù più che come un uomo religioso, come un profeta che denunciava con audacia i pericoli e le trappole di tutte le religioni. Egli non difendeva l’osservanza devota come la cosa più importante, ma la ricerca appassionata della volontà di Dio.
L’Evangelo di Marco, il più antico e diretto, presenta Gesù in conflitto con i settori più osservanti della società giudea. Fra le sue critiche più radicali bisogna sottolinearne due: lo scandalo di una religione svuotata di Dio e il peccato di sostituire la sua volontà con «tradizioni umane» a servizio di altri interessi.
Gesù cita il profeta Isaia: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini». Poi denuncia chiaramente dov’è l’inganno: «Trascurate il comandamento di Dio per osservare la tradizione degli uomini».
È questo il grande peccato. Quando abbiamo stabilito le nostre norme e tradizioni, le mettiamo nel luogo che deve occupare solo Dio, persino al di sopra della sua volontà: non si può omettere la minima prescrizione, anche se essa va contro l’amore e fa del male alle persone.
In questa religione, la cosa più importante non è Dio, ma sono altri interessi. Si onora Dio con le labbra, ma il cuore è lontano da lui; si pronunzia un credo obbligatorio, ma si crede quello che ci conviene: si fanno riti, però non si obbedisce Dio, ma agli uomini.
A poco a poco dimentichiamo Dio poi dimentichiamo che l’abbiamo dimenticato. Rimpiccioliamo l’Evangelo per non dover convertirci troppo. Orientiamo la volontà di Dio verso quello che ci interessa e dimentichiamo la sua assoluta esigenza d’amore.
Questo potrebbe essere oggi il nostro peccato: aggrapparci come per istinto a una religione consumata e senza la forza necessaria per trasformare la nostra vita; continuare a onorare Dio solo con le labbra, opporre resistenza alla conversione e vivere dimenticando il progetto di Gesù; che è la costruzione di un mondo nuovo secondo il cuore di Dio.
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo