APRIRCI A GESÙ
La scena è nota. Presentano a Gesù un sordo che, a causa della sua sordità, può appena parlare. La sua vita è una disgrazia. Ode solo se stesso. Non può ascoltare i suoi familiari e i vicini. Non può conversare con i suoi amici. Non può ascoltare nemmeno le parabole di Gesù né intendere il suo messaggio. Vive chiuso nella sua stessa solitudine.
Gesù lo prende con sé e si concentra nel suo impegno risanatore. Introduce le dita nelle sue orecchie e cerca di vincere quella resistenza che non lo lascia ascoltare nessuno. Con la sua saliva inumidisce quella lingua paralizzata per dare fluidità alla sua parola. Non è facile. Il sordomuto non collabora, e Gesù fa un ultimo sforzo. Respira profondamente, emette un forte sospiro guardando il cielo in cerca della forza di Dio e poi grida al malato: «Apriti!».
Quell’uomo esce dal suo isolamento e, per la prima volta, scopre che cosa è vivere ascoltando gli altri e conversando liberamente con tutti. La gente resta ammirata: Gesù fa tutto bene, come il Creatore: «fa udire i sordi, e parlare i muti».
Non è casuale che i vangeli narrino tante guarigioni di ciechi e muti. Questi racconti sono un invito a lasciarsi lavorare da Gesù per aprire bene gli occhi e le orecchie alla sua persona e alla sua parola. Dei discepoli «sordi» al suo messaggio saranno come «balbuzienti» nell’annunciare il vangelo.
Vivere dentro la Chiesa con mentalità «aperta» o «chiusa» può essere una questione di attitudine mentale o di posizione pratica, frutto quasi sempre della propria struttura psicologica o della formazione ricevuta. Ma quando si tratta di «aprirsi» o «chiudersi» al vangelo, la faccenda è d’importanza decisiva.
Se viviamo sordi al messaggio di Gesù, se non comprendiamo il suo progetto, se non cogliamo il suo amore per quelli che soffrono, ci chiuderemo nei nostri problemi, non ascolteremo quelli della gente. Ma allora non sapremo annunciare la Buona Notizia di Gesù. Deformeremo il suo messaggio. A molti si farà difficile intendere il nostro «vangelo». Non abbiamo bisogno di aprirci a Gesù per lasciarci guarire dalla nostra sordità?
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo