CHE PUÒ DONARCI GESÙ?
«Ma voi, chi dite che io sia?» Non so come risponderanno a questa domanda di Gesù i cristiani di oggi, ma forse possiamo intuire un po’ che cosa può significare per noi in questo momento, se proviamo a ritrovarci con lui con più profondità e verità.
Prima di tutto, Gesù ci può aiutare a conoscerci meglio. Il suo Evangelo fa pensare e ci obbliga a porci le questioni più importanti e decisive della vita. Il suo modo di sentire e di vivere l’esistenza, il suo modo di reagire davanti alla sofferenza umana, la sua fiducia indistruttibile in un Dio amico della vita è la cosa migliore che ha dato alla storia umana.
Gesù ci può insegnare soprattutto un nuovo stile di vita. Chi si avvicina a lui non si sente attratto da una dottrina nuova, ma invitato a vivere in un modo diverso, più radicato nella verità con un orizzonte più degno e speranzoso.
Gesù ci può anche liberare da certe forme malsane di vivere la religione: fanatismi cechi, deviazioni legalistiche, paure egoiste. Può, soprattutto, introdurre nella nostra vita una cosa così importante come la gioia di vivere, lo sguardo compassionevole verso le persone, la creatività di quelli che vivono amando.
Gesù ci può redimere dalle immagini malate di Dio che ci portiamo dietro senza tenere conto degli effetti indesiderati che hanno in noi. Ci può insegnare a vivere Dio come una presenza vicina e amichevole, fonte inesauribile di vita e di tenerezza. Lasciarci guidare da lui ci porterà a trovarci con un Dio diverso, più grande e umano di tutte le nostre teorie.
Ma per trovarci con Gesù a un livello un po’ più autentico, dobbiamo avere il coraggio d’uscire dall’inerzia e dall’immobilismo, di ricuperare la libertà interiore ed essere pronti a «nascere di nuovo», lasciando indietro l’osservanza abitudinaria e noiosa di una religione convenzionale.
So che Gesù può essere il guaritore e il liberatore di tante persone che vivono intrappolate dall’indifferenza, distratte dalla vita moderna, paralizzate da una religione vuota o sedotte dal benessere materiale, ma senza cammino, senza verità e senza vita.
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo