VIVERE NELLA VERITÀ
DI GESÙ
Non c’è nella vita un’esperienza tanto misteriosa e sacra come il commiato dall’essere amato che se ne va al di là della morte. Per questo l’evangelo di Giovanni tenta di raccogliere nel commiato ultimo di Gesù il suo testamento. Quello che non devono dimenticare mai.
Una cosa è molto chiara per l’evangelista. Il mondo non potrà «vedere» né «conoscere» la verità che si nasconde in Gesù. Per molti Gesù sarà passato per questo mondo come se nulla fosse accaduto; non lascerà alcun segno nelle loro vite. Per vedere Gesù occorrono occhi nuovi. Solo quelli che lo amano potranno sperimentare che è vivo e fa vivere.
Gesù è l’unica persona che merita di essere amata in maniera assoluta. Chi lo ama così non può pensare a lui come se appartenesse al passato. La sua vita non è un ricordo. Chi ama Gesù vive le sue parole, «osserva i suoi comandamenti», si va «riempiendo» di Gesù.
Non è facile esprimere quest’esperienza. L’evangelista la chiama lo «Spirito della verità». È un’espressione molto giusta, poiché Gesù si va convertendo in una forza e una luce che ci fa «vivere nella verità». Qualunque sia il punto in cui ci troviamo nella vita, accogliere in noi Gesù ci porta verso la verità.
Questo «Spirito della verità» non bisogna confonderlo con una dottrina. Non si trova nei libri dei teologi, né nei documenti del magistero. Secondo la promessa di Gesù, «vive con noi ed è in noi». Lo ascoltiamo dentro di noi e risplende nella vita di chi segue i passi di Gesù in maniera umile, fiduciosa e fedele.
L’evangelista lo chiama «Spirito paraclito», perché, ora che Gesù non è fisicamente con noi, ci difende da quello che ci potrebbe separare da lui. Questo Spirito «è sempre con noi». Nessuno lo può uccidere, come Gesù. Continuerà sempre vivo nel mondo. Se lo accogliamo nella nostra vita, non ci sentiremo orfani e abbandonati.
Forse la conversione di cui oggi hanno più bisogno i cristiani è il passare da un’adesione verbale, routinaria e poco reale a Gesù all’esperienza di vivere radicati nel suo «Spirito della verità».
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo