ASCOLTARE LA PROPRIA VOCAZIONE
I racconti evangelici non si fermano troppo nella descrizione del battesimo di Gesù: danno più importanza all’esperienza da lui vissuta in quell’ora, e che è, senza dubbio, decisiva per il suo agire futuro.
Gesù, infatti, non tornerà alla sua casa di Nazareth. Nemmeno rimarrà tra i discepoli del Battista. Animato dallo Spirito, inizierà una vita nuova, dedita totalmente al servizio della sua missione evangelizzatrice.
Possiamo affermare che l’ora del battesimo è stata per Gesù il momento privilegiato nel quale sperimentò la sua vocazione profetica: era cosciente di vivere posseduto dallo Spirito del Padre, e ha ascoltato la chiamata ad annunziare alle sue figlie e ai suoi figli un messaggio di salvezza.
Ascoltare la propria vocazione non è cosa di un gruppo de donne e uomini chiamati a vivere una missione privilegiata. Prima o poi, tutti dobbiamo chiedere qual è la ragione ultima del nostro vivere quotidiano e perché iniziamo un nuovo giorno ad ogni alba. Non si tratta di scoprire gradi cose, ma semplicemente sapere che la nostra piccola vita può avere un senso per gli altri, e che il nostro vivere quotidiano può essere vita per qualcuno.
Non si tratta nemmeno di ascoltare un giorno una chiamata definitiva. Il senso della vita va scoperto ogni giorno, mattina dopo mattina. In ogni vocazione c’è un po’ d’incertezza. Sempre ci viene richiesto un atteggiamento di ricerca, disponibilità e apertura.
Soltanto se la persona risponde con fedeltà alla sua missione, scopre, precisamente dalla sua risposta, tutto l’orizzonte di esigenze e promesse che nasconde la sua routine quotidiana.
Spesso ritmo di vita, lavoro e impegni ci stordiscono e disumanizzano. Nella vita facciamo molte cose, ma sappiamo perché le facciamo? Andiamo di qua e di là, ma sappiamo verso dove camminiamo? Ascoltiamo molte voci e consegne, ma siamo capaci di ascoltare la voce dello Spirito, che ci invita a vivere con fedeltà la nostra missione quotidiana?
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo