ABBIAMO UN DIFENSORE
La verità è che noi esseri umani siamo assai complessi. Ogni individuo è un mondo di desideri e frustrazioni, ambizioni e paure, dubbi e domande. Spesso non sappiamo chi siamo né cosa vogliamo. Ignoriamo verso dove si muove la nostra vita. Chi può insegnarci a vivere in maniera corretta?
Qui non ci servono i progetti astratti né le teorie. Non basta chiarire le cose di maniera razionale. È insufficiente avere davanti agli occhi norme e direttrice corrette. Quello che conta è l’arte di agire ogni giorno in maniera positiva, sana e creatrice.
Per un Cristiano, Gesù è sempre un grande maestro di vita, ma non è più accanto a noi. Perciò sono così importanti le parole del Vangelo: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità».
Abbiamo bisogno che qualcuno ci ricordi la verità di Gesù. Se la dimentichiamo, non sapremo chi siamo né che dobbiamo fare. Spesso ci allontaniamo dal Vangelo. Difenderemo nel suo nome cause e interessi che non hanno nulla a che vedere con esso. Ci crediamo in possesso della verità e nello stesso tempo la sfiguriamo.
Abbiamo bisogno che lo Spirito Santo ravvivi in noi la memoria di Gesù, la sua presenza viva, la sua immaginazione creatrice. Non si tratta di risvegliare un ricordo del passato: sublime, commovente, intimi, ma sempre un ricordo. Quello che lo Spirito del Risorto fa in noi è aprire il nostro cuore all’incontro personale con Gesù come se fosse qualcuno vivo. Soltanto questa relazione affettiva e cordiale con Gesù Cristo è capace di trasformarci e di generare in noi una maniera nuova di essere e di vivere.
Lo Spirito, nel quarto Vangelo, è chiamato «difensore» o «paràclito», perché ci difende da quello che ci potrebbe distruggere. Ci sono molte cose nella vita dalle quali non sappiamo difenderci da soli. Abbiamo bisogno di luce, di fortezza, di un soffio sostenuto. Perciò invochiamo lo Spirito. È il modo migliore di metterci in contatto con Gesù e vivere al riparo di quanto ci potrebbe deviare da lui.
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo
